PARIGI, L’ALTA MODA TRA NATURE E PANDEMIA

 

Franck Sorbier e il suo corto - “Il Medico della peste” – Guo Pei e gli animali della savana.

Photo Marcel Hartmann

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First published in La Stampa

C’è chi prende di petto il momento difficile. E lo fa con poesia. È il caso del couturier francese Franck Sorbier che ha realizzato un cortometraggio intitolato “Il Medico della peste” . Il preludio è stato presentato sul sito della Fédération Française de la Couture. Sarà proiettato, in versione integrale, a Parigi il 21 settembre al Museo delle Arti e dei Mestieri. Il film è un omaggio ai medici veneziani che curavano la peste bubbonica. Portavano una maschera, a forma di becco, imbottita di paglia ed erbe mediche. Non facevano distinzione tra ricchi e poveri perché erano pagati direttamente dalla Serenissima. Un primo esempio di servizio sanitario nazionale. Sorbier sposta la scena di due secoli immergendoci in un’atmosfera vittoriana. Con un tocco neogotico. Considera il nero come una metafora del sortilegio. Le piume della protagonista ricordano l’uccellaccio del malaugurio. Poi d’improvviso scialli a motivo paisley sui toni caldi del rosso, arancio e bordeaux. Grande impegno anche su pizzi, velluti e taffetà.

Solare e naturalistico, invece la clip della collezione di Alta Moda della più famosa stilista cinese: Guo Pei. Partendo dagli animali della Savana, lavora sul rilievo. Costruisce mantelli, giacche e tailleur con le proboscidi degli elefanti, il muso delle giraffe, le striature delle zebre. L’idea di un ritorno alla Natura come forma di salvezza.

Con un video intitolato “Ritorno alle fonti” manda un saluto virtuale il famoso couturier libanese Elie Saab. Un po’ per il covid e un po’ per la difficile situazione politica nel suo Paese, la collezione di Haute Couture è rimandata a settembre. Le immagini che fa trasmettere però evocano un universo idilliaco tra laghetti e spazi bucolici. Il tutto mixato con il saper fare di mani esperte che cuciono e ricamano. L’ago è una bacchetta magica e la sartorialità si trova in armonia con l’ambiente.

Anche Bouchra Jarrar, la designer di origini marocchine nata e cresciuta in Francia, sceglie lo stesso filone. Immerge due sorelle gemelle in un romantico bosco. Ha disegnato quindici modelli ( un numero che ricorre in questi giorni) proponendo una bella serie di pantaloni fluidi e svasati. I colori vanno dall’avorio, al blu notte con un po’ di bianco e kaki. Riceverà le clienti a casa, a Parigi, come facevano le sarte di una volta. Utilizza tessuti tradizionali: popeline, gabardine e georgette.

Una retrospettiva atemporale è l’idea della designer Julie de Libran con un passato da Ferré, Versace, Prada e Louis Vuitton. Non ha realizzato nessuna nuova collezione perché non ce l’ha fatta. Niente di male tanto che fa montare al regista Frédéric Sanchez una clip con le sue ultime sfilate dove si riconoscono varie giornaliste, anche italiane. Le sue creazioni, contemporanee ed essenziali, possono essere portate per anni.

Parigina fino al midollo è invece la collezione di Alta Moda presentata da Christophe Josse. È di gran lunga uno dei video più “in tema”. Non solo perché è ambientato, di notte, tra i monumenti famosi: la Tour Eiffel, il Trocadero, il Palais Royal, i ponti sulla Senna ma anche perché mostra la Ville Lumière completamente vuota. Immagini che abbiamo visto anche in Italia. Un deserto urbano struggente. Le modelle indossano abiti bianchi, lunghi e ricamati. Alcuni sono nocciola, un colore particolarmente elegante per la sera. Gran gusto ed esaltazione di una femminilità discreta fatta di linee morbide, tacchi bassi e cappe fluide.

In questi giorni di passerelle virtuali, vari scrittori e giornalisti francesi si sono espressi sulla Couture che, in Francia, è considerata un patrimonio culturale importantissimo. Fra questi colpisce il pensiero di Laurence Benaïm:”L’Alta Moda è una lezione di civiltà in un mondo che banalizza l’odio. L’amore per un abito bello è sinonimo di dignità”

par ELEONORA ATTOLICO